È possibile che la parodontite o altre condizioni infiammatorie della bocca influenzino lo sviluppo o il decorso di altre malattie come l’aterosclerosi o il diabete?

Ripercorriamo per un momento cosa avviene nella bocca di un paziente che soffre di malattia parodontale.
Come abbiamo approfondito di recente in un articolo dedicato ai disturbi gengivali (leggi l’articolo), la parodontite è una malattia infiammatoria che riconosce nei batteri della placca i suoi agenti causali. Sono proprio i batteri della placca, infatti, a scatenare la risposta infiammatoria distruttiva nei tessuti paradontali che circondano e sostengono i denti.

Quando si verifica un accumulo della placca batterica i tessuti a supporto del dente subiscono modifiche che possono provocare la formazione di “tasche”, ovvero di spazi tra gengive e denti, dentro i quali si immagazzina la placca. Ed è proprio da qui che si originano le infezioni: tramite le tasche parodontali i batteri penetrano nei vasi sanguigni della gengiva.
I batteri e le sostanze infiammatorie si diffondono così in tutto il corpo. La parodontite può quindi avere un impatto sulla salute di organi importanti situati lontano dalla cavità orale.

La ricerca scientifica ha dimostrato che la parodontite, così come il fumo, l’ipertensione e livelli elevati di grassi nel sangue sono fattori di rischio per le malattie sistemiche.

Nel caso del diabete esiste una forte correlazione con la malattia parodontale: il diabete e la malattia parodontale possono alimentarsi reciprocamente.
Livelli anomali di glicemia possono danneggiare lo stato di salute delle gengive. Viceversa, un cattivo stato di salute delle gengive può alterare i livelli di glicemia, causando un peggioramento della malattia diabetica.
Il successo del trattamento della parodontite può quindi migliorare non solo la salute orale ma anche le condizioni generali di tutto l’organismo.

 

Cosa può fare il parodontologo e quali sono gli step per un corretta terapia?

Le complicazioni legate al diabete sono molteplici, ed è proprio per questo che il paziente deve monitorare costantemente il proprio stato di salute, compresa la salute orale.

Negli anni molteplici studi scientifici hanno dimostrato che nei pazienti diabetici i bassi livelli di vitamina D, responsabile del livello normale del calcio e del fosforo nel sangue, possono determinare infiammazioni a livello gengivale e osseo. In questi specifici casi le infiammazioni che si presentano all’interno del cavo orale, potrebbero essere di grado avanzato.

Com’è necessario intervenire in questi casi?
Innanzitutto attraverso la prevenzione, che in questo caso è a doppio senso: se il paziente è diabetico, lo specialista presterà particolare attenzione alla sua salute orale; se il paziente oltre ad essere diabetico ha gravi problemi di parodontite, lo specialista interverrà con una terapia appropriata. 

In una prima fase di terapia per pazienti diabetici con problemi parodontali, il primo step è l’eliminazione dei batteri del cavo orale e di tutta la componente parodontale.
Il parodontologo in questa fase provvede alla rimozione della placca batterica intorno al margine gengivale e, nei casi più avanzati, sottogengivale. Nei casi di malattia avanzata, può essere accompagnata da una cura antibiotica se il parodontologo lo ritiene opportuno.

Il secondo step consiste nell’impartire al paziente l’ABC di un’adeguata igiene dentale, sensibilizzando ad uno stile di vita sano (controlli medici regolari, niente fumo etc…).

Quando la malattia parodontale raggiunge uno stadio più avanzato, la situazione cambia sensibilmente. In questi casi è molto frequente la possibilità di un intervento chirurgico risolutivo da parte del parodontologo.
Ad ogni modo, il successo della lotta alla parodontite nel caso dei pazienti diabetici migliora anche i livelli di zuccheri nel sangue oltre ai livelli di grassi.
La chiave di questo successo è una riduzione delle sostanze infiammatorie nel sangue, un passo importante per interrompere il circolo vizioso dell’infiammazione nel corpo.

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